2.4 – Testimonianze epigrafiche e lapidi votive
2.4.1 – Epigrafi altomedievali nei santuari micaelici
Iscrizioni rupestri e lapidi nei pressi delle grotte-santuario
I santuari micaelici altomedievali, spesso situati in grotte naturali, conservano numerose iscrizioni rupestri e lapidi votive. Queste testimonianze epigrafiche, incise direttamente sulla roccia o su lastre di pietra, rappresentano preghiere, dediche e nomi di pellegrini, offrendo preziose informazioni sulla devozione popolare e sull'afflusso di fedeli provenienti da diverse regioni.
Il caso di Monte Sant’Angelo (Gargano)
Il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo, sul Gargano, è uno dei più importanti luoghi di culto micaelico dell'Occidente. All'interno della grotta e nelle aree adiacenti sono state rinvenute circa 200 iscrizioni murali, databili tra il VII e il IX secolo. Queste epigrafi, incise o tracciate a sgraffio sulle pareti, documentano la presenza di pellegrini longobardi, franchi e anglosassoni, attestando la dimensione internazionale del santuario. Alcune iscrizioni presentano caratteri runici, testimonianza della presenza di fedeli provenienti dall'area germanica.
Epigrafia latina e greca nei luoghi di culto
Le iscrizioni nei santuari micaelici sono prevalentemente in latino, ma non mancano esempi in greco, soprattutto nelle regioni meridionali dell'Italia, dove la cultura bizantina era ancora presente. Queste epigrafi, spesso brevi e di carattere votivo, riflettono la varietà linguistica e culturale dei pellegrini e dei devoti che frequentavano questi luoghi sacri.
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1. Iscrizioni murali nella grotta di San Michele a Monte Sant'Angelo Incisioni rupestri lasciate dai pellegrini nel santuario.
2. Grotta di San Michele a Cagnano Varano Esempio di insediamento rupestre nel Gargano.
3. Iscrizione latina su pietra Esempio di epigrafe latina altomedievale.
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1. Il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo Documentario sul santuario e le sue iscrizioni.
Fonti e riferimenti
• Italia Langobardorum. Le epigrafi dei Longobardi.Wikipedia+2Italia Langobardorum+2
2.4.2 – Iscrizioni longobarde e carolinge
Devozione militare e iscrizioni su armi/offerte votive
Nel contesto longobardo, la devozione a San Michele Arcangelo si manifestava anche attraverso iscrizioni su armi e offerte votive. La figura dell'Arcangelo, considerato protettore in battaglia, era frequentemente invocata dai guerrieri. In alcune sepolture longobarde, sono stati rinvenuti reperti come spade e fibbie con iscrizioni dedicate a San Michele, testimonianze della devozione personale dei guerrieri. Un esempio significativo proviene da una tomba scoperta a Torino nel 2002, contenente armi e oggetti con simboli cristiani associati all'Arcangelo.
Lapidi nei monasteri e chiese rurali
Le iscrizioni funerarie longobarde e carolinge sono spesso associate a contesti monastici e chiese rurali. Queste epigrafi, incise su lastre di marmo o pietra, commemorano abati, monaci e membri dell'aristocrazia. Un esempio rilevante è l'iscrizione funeraria dell'abate Magnus, proveniente dall'abbazia di Leno, databile tra la fine del IX e l'inizio del X secolo. La lapide, realizzata in marmo di Vezza d'Oglio, presenta una scrittura epigrafica di alta qualità, con lettere ben definite e una disposizione ordinata del testo. Un'altra iscrizione significativa è quella di Anselmus, anch'essa proveniente da Leno e datata all'8 aprile 877, che mostra una raffinata espressione temporale e una disposizione del testo che richiama l'impostazione di alcune scritte monumentali coeve.
Tracce epigrafiche nel Ducato di Benevento e nell’Italia settentrionale
Nel Ducato di Benevento, l'epigrafia longobarda e carolingia ha lasciato numerose testimonianze. Le iscrizioni dei principi Sicone, Radelchi, Radelgario e della principessa Caretruda riprendono modelli dell'Italia settentrionale, evidenziando l'influenza culturale tra le diverse regioni. Un esempio notevole è l'iscrizione funeraria di Audoalt, reimpiegata nel XII secolo come architrave della porta laterale della chiesa di Marcello Maggiore a Capua.
In Italia settentrionale, città come Pavia, Milano e Cividale del Friuli conservano epigrafi significative. A Pavia, l'iscrizione della badessa Cuniperga, figlia di re Cuniperto, rappresenta un esempio di epigrafia femminile di alto livello. A Cividale del Friuli, il Tempietto Longobardo custodisce iscrizioni e decorazioni che testimoniano la fusione tra arte longobarda e influenze carolinge.
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• Armi longobarde con iscrizioni votive Reperti provenienti da sepolture longobarde, tra cui spade e fibbie con simboli cristiani.
• Iscrizione funeraria dell'abate Magnus Lapide proveniente dall'abbazia di Leno, databile tra la fine del IX e l'inizio del X secolo.
• Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli Interno del Tempietto con decorazioni e iscrizioni di epoca longobarda.
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Fonti e riferimenti
2.4.3 – Lapidi votive medievali e moderne
• Dediche pubbliche e iscrizioni di fondatori e pellegrini
Le lapidi votive dedicate a San Michele Arcangelo, diffuse tra il Medioevo e l'età moderna, testimoniano la devozione di comunità, fondatori e pellegrini. Queste iscrizioni, spesso collocate in chiese, santuari o lungo i percorsi di pellegrinaggio, commemorano eventi significativi, grazie ricevute o la fondazione di edifici sacri.
Un esempio emblematico è la colonna votiva di Monte Sant’Angelo, eretta nel 1656 come ringraziamento per la protezione dall'epidemia di peste. L'iscrizione sulla colonna recita:
"Principi Archangelorum depulsori pestilitatis patrono et tutelari aeternae gratitudinis monumentum."
Questo monumento rappresenta un segno tangibile della fede popolare e della riconoscenza verso l'Arcangelo.
Simbologia lapidaria legata a San Michele (spada, bilancia, ali)
Le rappresentazioni iconografiche di San Michele sulle lapidi votive sono ricche di simbolismo. Tra gli attributi più comuni figurano:
• Spada: simbolo della lotta contro il male e della difesa della fede.
• Bilancia: rappresenta la giustizia divina e il giudizio delle anime.
• Ali: indicative della natura angelica e della funzione di messaggero celeste.
Questi elementi iconografici, scolpiti o incisi sulle lapidi, servivano a comunicare visivamente il ruolo dell'Arcangelo come protettore e guida spirituale.
Iscrizioni in volgare, latino e greco
Le iscrizioni sulle lapidi votive dedicate a San Michele sono redatte in diverse lingue, riflettendo la varietà culturale e linguistica delle comunità devote.
• Latino: lingua liturgica e ufficiale della Chiesa, utilizzata prevalentemente nelle iscrizioni medievali.
• Greco: presente soprattutto nelle regioni dell'Italia meridionale influenzate dalla cultura bizantina.
• Volgare: lingua del popolo, adottata progressivamente nelle iscrizioni a partire dal tardo Medioevo, rendendo i messaggi più accessibili ai fedeli.
Questa diversità linguistica nelle epigrafi testimonia l'ampia diffusione del culto micaelico e la sua capacità di adattarsi ai contesti locali.
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• Lapidi medievali in un cimitero irlandese Esempio di lapidi con decorazioni e iscrizioni votive.
• Statua di San Michele con spada e bilancia Rappresentazione iconografica dell'Arcangelo con i suoi attributi simbolici.
• Affresco di San Michele con spada e bilancia Dipinto raffigurante l'Arcangelo nel momento del giudizio.
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Fonti e riferimenti
• Wikipedia – Museo della basilica di San Michele ArcangeloWikipedia
• EVUS.IT – Con la spada e la bilancia in manoevus.it
• Fondiantichi – Giudizio finale - http://www.fondiantichi.unimore.it/FA/giustizia/giudizio.html
2.4.4 – Simboli e abbreviazioni epigrafiche
• Croci, monogrammi e sigle angeliche
Nell'epigrafia cristiana medievale, l'uso di simboli grafici come croci, monogrammi e sigle angeliche era diffuso e ricco di significati. Tra i più comuni:
• Croci: simbolo universale della fede cristiana, spesso incise su lapidi e monumenti.
• Monogrammi: combinazioni di lettere che rappresentano nomi sacri, come il Chi Rho (?), formato dalle lettere greche ? (chi) e ? (rho), iniziali di "Christos" (Cristo) .
Sigle angeliche: abbreviazioni che indicano la presenza o la protezione degli angeli, come "S. MICHA." per San Michele Arcangelo.
Questi simboli non erano solo decorativi, ma servivano a comunicare messaggi spirituali e identitari, spesso comprensibili solo a chi condivideva la stessa fede e cultura .
Abbreviazioni ricorrenti (es. S. MICHA., S.MICH., Archang.)
Le abbreviazioni erano comuni nelle iscrizioni medievali, sia per risparmiare spazio che per esprimere reverenza. Alcune delle più frequenti relative a San Michele includono:
S. MICHA.: abbreviazione di "Sanctus Michael".
• S.MICH.: variante abbreviata dello stesso nome.
• Archang.: abbreviazione di "Archangelus", titolo attribuito a Michele come capo degli angeli.
Queste abbreviazioni erano spesso accompagnate da simboli grafici per rafforzare il messaggio spirituale.
Studio semiotico e cristogrammi
L'analisi dei simboli epigrafici richiede un approccio semiotico, che considera non solo il significato letterale, ma anche quello culturale e spirituale. I cristogrammi, come il Chi Rho (?) e il trigramma IHS, sono esempi di simboli che condensano concetti teologici complessi in forme grafiche.
Il concetto di "graphicacy", introdotto da Ildar Garipzanov, descrive la capacità di comprendere e utilizzare questi simboli visivi come forma di comunicazione, parallela alla scrittura alfabetica.
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• Monogrammi cristologici Raccolta di monogrammi utilizzati nell'arte cristiana.
• Tabella di abbreviazioni medievali Esempi di abbreviazioni utilizzate nelle iscrizioni.
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Fonti e riferimenti
2.4.5 – Progetti di catalogazione e valorizzazione
Banche dati epigrafiche (EAGLE, EDV, CIL)
• EAGLE (Europeana network of Ancient Greek and Latin Epigraphy): una federazione internazionale che aggrega le principali banche dati epigrafiche europee, offrendo accesso a oltre 1,5 milioni di iscrizioni greche e latine fino al VII secolo d.C.
• EDR (Epigraphic Database Roma): raccoglie le iscrizioni latine dell'Italia, escluse quelle cristiane, con particolare attenzione a Roma e alla penisola italiana.
• EDV (Epigraphic Database Vernacular): si concentra sulle iscrizioni in volgare prodotte in Italia dal tardo Medioevo all'età moderna, documentando la varietà linguistica e culturale dell'epigrafia italiana.
• CIL (Corpus Inscriptionum Latinarum): la più completa raccolta di iscrizioni latine antiche, fondata nel 1853 da Theodor Mommsen e tuttora aggiornata dall'Accademia delle Scienze di Berlino.
Progetti locali di digitalizzazione e restauro
• Università Ca’ Foscari Venezia: ha sviluppato risorse open access per lo studio dell’epigrafia greca, integrando tecnologie digitali avanzate.
• Progetto EpiCUM: un'iniziativa che coinvolge scuole e istituzioni culturali per la digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio epigrafico locale, promuovendo la collaborazione tra studenti e ricercatori.
Musei lapidari e collezioni ecclesiastiche
• Museo Lapidario Maffeiano (Verona): uno dei più antichi musei pubblici europei, fondato nel 1745, con una vasta collezione di epigrafi greche, etrusche, paleovenete, romane e arabe.
• Museo Lapidario Estense (Modena): ospita una ricca collezione di epigrafi romane, medievali e moderne, testimonianza della storia locale e delle pratiche epigrafiche attraverso i secoli.
• Galleria Lapidaria dei Musei Vaticani: conserva oltre 13.000 iscrizioni, rappresentando una delle più importanti raccolte epigrafiche a livello mondiale.
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• Strumenti digitali per l’epigrafia e la papirologia Presentazione sulle banche dati epigrafiche e l'uso delle tecnologie digitali nello studio delle iscrizioni. • Museo Lapidario Maffeiano (Verona) Vista del cortile interno del museo, con esposizione di epigrafi antiche.
• Museo Lapidario Estense (Modena) Interno del museo con esposizione di epigrafi e monumenti funerari.
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Fonti e riferimenti
• Epigraphic Database Roma (EDR) http://www.edr-edr.it/default/index.php
• Epigraphic Database Vernacular (EDV) edr-edr.it+7Ricerc@Sapienza+7Università di Warwick+7
• Progetto EpiCUM – Dalla pietra al digitale SlidePlayer+9Diculther+9Academia+9