3.6 – Opere d’arte famose dedicate a San Michele
3.6.1 – Il San Michele di Raffaello
• Analisi del dipinto conservato al Louvre
Il dipinto San Michele e il drago di Raffaello Sanzio, realizzato intorno al 1505, è conservato al Musée du Louvre di Parigi. Si tratta di un'opera di piccole dimensioni (circa 30 x 26 cm), eseguita a olio su tavola. L'opera raffigura l'Arcangelo Michele nell'atto di sconfiggere il drago, simbolo del male, con una spada sguainata, mentre lo calpesta con decisione. Lo sfondo presenta un paesaggio infernale, con elementi che richiamano l'iconografia dell'Apocalisse e influenze nordiche, in particolare di artisti come Hieronymus Bosch.
Composizione, colori e simbolismo
La composizione è dinamica: l'Arcangelo è rappresentato in movimento, con le ali spiegate e la gamba destra sollevata, suggerendo un'azione imminente. I colori utilizzati da Raffaello sono intensi e contrastanti, con l'oro dell'armatura che risalta contro il cielo scuro e il paesaggio infernale. Il drago, con fattezze mostruose, rappresenta il male da sconfiggere, mentre la figura di San Michele incarna la giustizia divina. L'opera riflette anche influenze della pittura fiamminga, evidente nella cura dei dettagli e nella resa atmosferica.
Riflessioni sul contesto culturale e spirituale
Realizzato durante il primo soggiorno fiorentino di Raffaello, il dipinto riflette l'interesse dell'artista per temi religiosi e la sua abilità nel combinare influenze italiane e nordiche. L'opera potrebbe essere stata commissionata da Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, come simbolo di protezione e giustizia. La rappresentazione di San Michele che sconfigge il drago simboleggia la vittoria del bene sul male, un tema ricorrente nell'arte cristiana e particolarmente sentito in un periodo di turbolenze politiche e religiose.
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• San Michele e il drago – Raffaello Sanzio (1505
• Dettaglio del volto di San Michele
• Particolare del drago sconfitto
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Una conferenza che esplora il ruolo spirituale di San Michele e la sua influenza nella vita quotidiana, con riferimenti a oggetti devozionali.
Un documentario che narra le apparizioni di San Michele sul Gargano, evidenziando la tradizione degli oggetti portatili legati al culto dell'Arcangelo.
Un viaggio attraverso i santuari dedicati a San Michele, mostrando come la devozione si manifesti anche attraverso oggetti portatili e iconografie tascabili.
Fonti
San Michele e il Drago di Raffaello: Storia e Descrizione – Arteworld.itArte World
3.6.2 – Il San Michele di Guido Reni
• Descrizione della tela e sua fortuna iconografica
Il celebre San Michele Arcangelo di Guido Reni, realizzato tra il 1635 e il 1636 per la chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini a Roma, rappresenta uno dei massimi capolavori dell’iconografia barocca. La tela raffigura l’Arcangelo in un momento di perfetto equilibrio tra grazia e potenza: Michele è colto nell’attimo del trionfo sul demonio, che giace ai suoi piedi contorto e sconfitto.
L’eleganza dell’armatura lucente, il dinamismo fluido del manto azzurro, l’atteggiamento composto e quasi impassibile dell’Arcangelo ne fanno un esempio ideale di bellezza classica e spirituale.
Guido Reni, ispirandosi alla scultura greco-romana e alla pittura rinascimentale, crea una figura che trascende il tempo, incarnando l’ideale cristiano del bene che vince sul male con maestosa serenità.
Fin dalla sua realizzazione, l’opera godette di straordinaria fortuna. Ne furono eseguite copie e incisioni che contribuirono a diffondere il modello iconografico in tutta Europa e nei territori missionari cattolici. La figura di San Michele così come concepita da Reni divenne un punto di riferimento obbligato per la rappresentazione dell’Arcangelo nei secoli successivi.
L’ideale di bellezza angelica e trionfo sul demonio
Il San Michele di Guido Reni è la sublimazione dell’ideale angelico: un giovane dai lineamenti perfetti, quasi androgini, calmo e composto anche nel momento della lotta. L’assenza di tensione nel volto e nella postura contrasta con il corpo contorto di Satana, che grida e si dibatte sotto il peso dell’autorità divina.
La contrapposizione tra luce e tenebre è resa in modo evidente dalla resa cromatica: le tonalità chiare e celestiali di Michele contro il corpo bronzeo e ombroso del demonio. L’Arcangelo non mostra segni di collera o fatica: è la giustizia fatta bellezza, la spiritualità che trionfa senza violenza.
Questa interpretazione si inscrive perfettamente nel clima della Controriforma, in cui l’arte sacra era chiamata a istruire, ispirare e rafforzare la fede attraverso immagini edificanti. Michele è dunque qui anche modello morale per il fedele: il giusto che sconfigge il male con la forza della purezza e della verità.
Diffusione dell’immagine nell’arte sacra successiva
L’impatto iconografico del San Michele di Guido Reni fu immediato e duraturo. L’opera venne copiata da pittori e incisori in tutta Italia e all’estero. Nei secoli XVII e XVIII, versioni ispirate al modello reniano compaiono in chiese e cattedrali dalla Spagna al Messico, dalla Polonia al Sud Italia.
In particolare, le missioni gesuite in America Latina ne diffusero le riproduzioni tra le comunità indigene, dove il San Michele divenne uno dei soggetti sacri più amati. Anche in epoca moderna, l’immagine viene utilizzata per raffigurazioni votive, santini, vetrate e altari, divenendo parte integrante della devozione popolare.
Il “modello Reni” sopravvive persino nel cinema e nei media religiosi contemporanei, come simbolo iconico del bene trionfante sul male. La sua influenza si nota anche in alcune rappresentazioni contemporanee dell’Apocalisse e del giudizio finale.
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• Incisione seicentesca ispirata all’opera di Reni Catalogo Beni Culturali
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Fonti e riferimenti
• R. Longhi, Guido Reni e la pittura devota, Torino, Einaudi, 1954
• M. Fagiolo, Iconografia e devozione di San Michele nell’età barocca, in Studi sul Barocco italiano, Roma, 2001
• Guido Reni – Opere e contesto storico, Enciclopedia Treccani, www.treccani.it
• Museo dei Cappuccini, Roma – Sezione Arte Barocca
• Wikimedia Commons – Immagine pubblica e documentazione sulla tela
• TV2000 – Serie “I Santi nella storia dell’arte”
• Europeana – Archivio digitale del patrimonio culturale europeo
3.6.3 – Il Giudizio Universale di Michelangelo (Cappella Sistina)
• La posizione dell’Arcangelo nella scena escatologica
Nel grandioso affresco del Giudizio Universale (1536–1541) dipinto da Michelangelo Buonarroti sulla parete dell’altare della Cappella Sistina in Vaticano, l'Arcangelo Michele occupa una posizione centrale nella narrazione escatologica cristiana.
Situato appena sotto la figura di Cristo Giudice, San Michele è raffigurato come angelo del giudizio e della giustizia divina: indossa una corazza e tiene in mano la bilancia delle anime, simbolo della psicostasia, e una spada, simbolo del potere esecutivo divino. La sua figura si erge solenne tra i salvati e i dannati, in una composizione che enfatizza il suo ruolo di intermediario tra la misericordia e la condanna eterna.
Michelangelo, seguendo la tradizione cristiana e patristica, assegna a Michele il compito di guida nell’ora del giudizio finale, rappresentandolo con un dinamismo potente ma trattenuto, a indicare la serietà assoluta della funzione che svolge.
Iconografia del giudizio e della psicostasia
L’iconografia della psicostasia (la pesatura delle anime) ha una lunga tradizione nell’arte cristiana, ma Michelangelo la ripensa in chiave drammatica e monumentale. San Michele è qui il pesatore e custode dell’ordine divino, colui che supervisiona il passaggio delle anime dal tempo all’eternità.
A differenza delle rappresentazioni medievali più narrative, l’affresco sistino concentra la scena in un unico, esplosivo momento: le anime ascendono o precipitano senza soluzione di continuità, mentre Michele si impone come punto di equilibrio nella turbolenza del Giudizio.
In questa visione teologica e artistica, la bilancia non è visibilmente appesa a una mano, ma poggia saldamente nella sua presa: la giustizia è esercitata, non delegata. L’Arcangelo diventa così il garante visibile del mistero della salvezza e della condanna.
Simbologia del braccio alzato e della spada
Uno degli elementi più suggestivi della raffigurazione è la posizione del braccio alzato di San Michele, che regge la spada, pronta a essere brandita. Questo gesto simboleggia non la violenza, ma la potenza della parola e della volontà di Dio che giudica in modo irrevocabile.
La spada è diretta verso il basso, verso i dannati: un chiaro segno della separazione tra luce e tenebra, tra grazia e rifiuto. Il braccio teso rappresenta anche il verbo attivo del giudizio divino, che si compie istantaneamente alla presenza del Cristo glorificato.
In questo gesto si uniscono la forza angelica, l’autorità escatologica e la fedeltà alla missione divina. San Michele non è qui solo guerriero, ma esecutore della volontà trascendente, simbolo di un ordine superiore che si impone oltre la storia.
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• Dettaglio dell'affresco – Giudizio Universale di Michelangelo
• Restauro degli affreschi della Cappella Sistina
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• “Vita di Michelangelo – Il Giudizio” (RaiPlay, 2018)
• “Iconologie quotidiane: Michelangelo, Giudizio Universale” (RaiPlay, 2022)
• “Alla fine dei tempi. Michelangelo, il Giudizio Universale e…”
• “L'opera del lunedì: Michelangelo, il Giudizio Uni
• “A pochi centimetri dalla Bellezza” – Vatican News
• “Alla scoperta del mondo delle Sistine virtuali” – L'Osservatore Romano
Fonti e riferimenti
• C. Pietrangeli, Michelangelo: Il Giudizio Universale, Electa, Milano, 1996
• H. Hibbard, Michelangelo, Rizzoli, Milano, 1989
• Catechismo della Chiesa Cattolica, §§ 678–682 (Il Giudizio Finale)
• Musei Vaticani – Sezione Cappella Sistina
• Vatican News – Speciale “Restauri del Giudizio Universale”
• Wikimedia Commons – Immagini in pubblico dominio
• Vatican Media – Documentari ufficiali
3.6.4 – San Michele nelle pale d’altare rinascimentali
• Esempi celebri: Perugino, Dosso Dossi, Beato Angelico
Nel Rinascimento, l'Arcangelo Michele è stato rappresentato in numerose pale d'altare, tra cui:
• Pietro Perugino: Nella Pala di Vallombrosa, San Michele è raffigurato con eleganza e armonia, caratteristiche distintive dello stile del Perugino.
• Dosso Dossi: Nella Madonna col Bambino tra i santi Giorgio e Michele Arcangelo, San Michele è rappresentato con una posa dinamica e colori vivaci, tipici del Rinascimento ferrarese.
• Beato Angelico: Nella Pala di Fiesole, San Michele appare accanto alla Vergine e ad altri santi, con un'espressione serena e contemplativa, riflettendo la spiritualità dell'epoca.
Il ruolo liturgico delle pale e la devozione pubblica
Le pale d'altare rinascimentali avevano un ruolo centrale nella liturgia e nella devozione pubblica. Poste sopra l'altare, servivano come punto focale durante le celebrazioni religiose, aiutando i fedeli a meditare sui misteri della fede. San Michele, spesso rappresentato in queste opere, simboleggiava la lotta tra il bene e il male, offrendo ai devoti un modello di virtù e coraggio.
Raffinatezza iconografica e funzioni spirituali
Le rappresentazioni di San Michele nelle pale d'altare rinascimentali sono caratterizzate da una raffinatezza iconografica che unisce elementi classici e cristiani. L'Arcangelo è spesso raffigurato con armatura, spada e bilancia, simboli della giustizia divina e della lotta contro il male. Queste immagini non solo decoravano le chiese, ma servivano anche a istruire e ispirare i fedeli, rafforzando la loro fede e devozione.
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Immagini
• Pietro Perugino – Pala di Vallombrosa Galleria dell'Accademia, Firenze
• Dosso Dossi – Madonna col Bambino tra i santi Giorgio e Michele Arcangelo Galleria Estense, Modena
Madonna col Bambino tra i santi Giorgio e Michele Arcangelo – Catalogo Beni Culturali
Beato Angelico – Pala di Fiesole Museo di San Marco, Firenze
Fonti e riferimenti
• Wikipedia – Pala di Vallombrosa
• Wikipedia – Madonna col Bambino tra i santi Giorgio e Michele Arcangelo
• Wikipedia – Pala di Fiesole
3.6.5 – Sculture monumentali di San Michele
• Il San Michele sul Castel Sant’Angelo (Roma)
Sulla sommità di Castel Sant’Angelo a Roma svetta la celebre statua in bronzo di San Michele Arcangelo, realizzata tra il 1747 e il 1752 dallo scultore fiammingo Peter Anton von Verschaffelt. L’opera raffigura l’Arcangelo nell’atto di rinfoderare la spada, gesto che simboleggia la fine della peste che colpì Roma nel 590 d.C. Secondo la tradizione, Papa Gregorio Magno ebbe una visione in cui San Michele appariva sopra il mausoleo di Adriano, annunciando la cessazione dell’epidemia.
La statua attuale è la sesta versione posta sul castello e rappresenta un punto di riferimento iconico nel panorama urbano romano, visibile da vari punti della città. La sua presenza simboleggia la protezione divina su Roma e la vittoria del bene sul male.
Sculture gotiche e barocche in cattedrali europee
Numerose cattedrali europee ospitano sculture monumentali dedicate a San Michele, testimonianza della diffusione del culto micaelico:
• Cattedrale di San Michele e Santa Gudula a Bruxelles: originariamente dedicata a San Michele, presenta elementi gotici che ne attestano l'importanza nel culto dell'Arcangelo.
• Cattedrale di San Michele a Carcassonne: situata nella città medievale francese, è un esempio significativo di architettura gotica dedicata all'Arcangelo.
• Museo Civico Medievale di Bologna: conserva una statua in bronzo di San Michele Arcangelo realizzata da Alessandro Algardi intorno al 1647, esempio di scultura barocca che raffigura l'Arcangelo in atto di sconfiggere il demonio.
Simbolismo urbano e architettonico
Le sculture monumentali di San Michele non sono solo opere d'arte, ma anche simboli di protezione e guida spirituale nelle città europee. La loro collocazione in punti strategici, come la sommità di edifici o l'ingresso di cattedrali, rappresenta la vigilanza dell'Arcangelo contro le forze del male.
Un esempio emblematico è la Sacra di San Michele in Piemonte, situata sulla vetta del monte Pirchiriano. Questo complesso architettonico, arroccato all'imbocco della Val di Susa, è parte della cosiddetta "Linea Sacra di San Michele", un allineamento di sette santuari dedicati all'Arcangelo che si estende dall'Irlanda a Israele.
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• Statua di San Michele su Castel Sant’Angelo, Roma
• Statua di San Michele nella Cattedrale di Bruxelles
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Fonti e riferimenti
• Statua di San Michele su Castel Sant'Angelo – castelsantangeloroma.it
• Cattedrale di Bruxelles – scopribruxelles.com
• Cattedrale di San Michele a Carcassonne – worldcitytrail.com
• San Michele Arcangelo di Alessandro Algardi – baroqueart.museumwnf.org
• Sacra di San Michele – Wikipedia
• Linea Sacra di San Michele – geopop.it
• Catalogo Generale dei Beni Culturali – Statua di San Michele Arcangelo
• Alamy – Statua di San Michele su Castel Sant'Angelo
• Bologna Welcome – Museo Civico Medievale
3.6.6 – San Michele nell’arte fiamminga e nordica
• Hans Memling, Van Eyck, Bosch: riletture drammatiche
L’arte fiamminga e nordica del XV e XVI secolo ha offerto interpretazioni intense e drammatiche della figura di San Michele Arcangelo, soprattutto nelle scene del Giudizio Universale.
• Hans Memling, nel suo Trittico del Giudizio Universale (1467–1473), raffigura San Michele al centro del pannello principale, mentre pesa le anime con una bilancia, separando i beati dai dannati. L'opera, commissionata dal banchiere fiorentino Angelo Tani, è oggi conservata al Museo Nazionale di Danzica
• Jan van Eyck, nel Dittico della Crocifissione e del Giudizio Universale (1430–1440), presenta una visione dettagliata del Giudizio, con San Michele che separa i giusti dai malvagi, in un paesaggio marino dove i morti risorgono dalle tombe .
• Hieronymus Bosch, nel suo Giudizio Universale (1506–1508), offre una rappresentazione visionaria e simbolica, con San Michele che pesa le anime tra creature ibride e paesaggi infernali. Il frammento dell'opera è conservato all'Alte Pinakothek di Monaco .
Approccio teologico e attenzione ai dettagli
Gli artisti fiamminghi e nordici si distinguono per l'accuratezza nei dettagli e l'approfondimento teologico nelle loro opere. San Michele è spesso rappresentato con armature riccamente decorate, simboli della giustizia divina e strumenti del giudizio, come la bilancia e la spada. Le scene del
Giudizio Universale sono cariche di simbolismi, con riferimenti scritturistici e iconografici che riflettono le credenze religiose dell'epoca.
L’Arcangelo nella scena del Giudizio e della pesatura
San Michele è frequentemente raffigurato nell'atto di pesare le anime, determinando il destino eterno delle persone. Questa rappresentazione sottolinea il suo ruolo di giudice e difensore della giustizia divina. Le bilance spesso mostrano un'anima da un lato e un diavolo o un peso simbolico dall'altro, evidenziando la lotta tra bene e male.
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• 1. Hans Memling – Trittico del Giudizio Universale (Trittico di Danzica)
• Immagine ad alta risoluzione del pannello centrale:
2. Jan van Eyck – San Michele e un donatore (Trittico di Dresda)
Immagine del pannello laterale con San Michele:
3. Hieronymus Bosch – Giudizio Universale (1506–1508)
Dettaglio dell'opera su Bridgeman Images: Bridgeman Images Stampa artistica dell'opera:
Video
1. Hans Memling – Trittico del Giudizio Universale
• Animazione che esplora la storia dell'opera:
• Documentario dettagliato sull'opera:
2. Jan van Eyck – Crocifissione e Giudizio Universale (Dittico)
• Analisi approfondita del dittico:
• Video in alta definizione dell'opera:
3. Hieronymus Bosch – Il Giardino delle Delizie
Fonti e riferimenti
• Trittico di Danzica – Wikipedia
3.6.7 – Opere moderne e contemporanee
• Rappresentazioni del XX–XXI secolo (Chagall, Dalí)
Nel XX e XXI secolo, la figura di San Michele Arcangelo è stata reinterpretata da artisti come
Marc Chagall e Salvador Dalí, che hanno offerto nuove prospettive simboliche e spirituali.
• Marc Chagall ha integrato temi biblici e spirituali nelle sue opere, utilizzando colori vivaci e composizioni oniriche. Sebbene non abbia una rappresentazione diretta di San Michele, la sua arte riflette la lotta tra il bene e il male, temi centrali nella figura dell'Arcangelo.
• Salvador Dalí, nella sua fase di "misticismo nucleare", ha esplorato temi religiosi attraverso una lente surrealista. Opere come Cristo di San Giovanni della Croce (1951) e Corpus Hypercubus (1954) mostrano un interesse per la spiritualità e la trascendenza, elementi associabili alla figura di San Michele.
Rielaborazioni simboliche e spirituali
L'arte moderna e contemporanea ha spesso utilizzato la figura di San Michele come simbolo di giustizia, protezione e lotta contro il male. Artisti contemporanei hanno reinterpretato l'Arcangelo in chiave simbolica, affrontando temi come la spiritualità, la giustizia sociale e la resistenza contro le ingiustizie.
L’Arcangelo tra spiritualità e denuncia del male
San Michele continua a essere una figura emblematica nella cultura contemporanea, rappresentando la lotta tra il bene e il male. La sua immagine è utilizzata in vari contesti artistici per esprimere la necessità di giustizia, protezione e resistenza contro le forze negative.
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• 1. Marc Chagall – Soffitto dell'Opéra Garnier (1964) Marc Chagall’s Ceiling for the Paris Opéra
• Informazioni dettagliate sul progetto: Pariscityvision – Chagall's frescoes on the ceiling of the Opéra Garnier
2. Salvador Dalí – Cristo di San Giovanni della Croce (1951) Cristo di San Giovanni della Croce – Wikipedia
• Descrizione e dettagli dell'opera: Arthive – Cristo di San Giovanni della CroceLog in or sign up to view+3Turismo Roma+3La Bibbia Giovane+3
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1. Marc Chagall – Soffitto dell'Opéra Garnier
Documentario sulla realizzazione del soffitto:
Marc Chagall's Ceiling for the Paris Opera – YouTube
Panoramica del soffitto dell'Opéra Garnier:
Chagall ceiling. Opera Garnier – YouTube
2. Salvador Dalí – Cristo di San Giovanni della Croce
Analisi dell'opera e del suo significato:
Salvador Dali: Great Art Explained – YouTube
Esplorazione del mondo surrealista di Dalí:
Salvador Dalí | The Surreal World of Dreams – YouTubeYouTube